Papa Francesco invita la comunità cristiana, in questo mese di ottobre, a pregare quotidianamente un rosario per l’unità della Chiesa e contro le insidie del maligno: due fermenti che ne travagliano la vita. Si tratta di una sollecitazione forte da assumere decisamente, perché, davvero, la Chiesa ha bisogno di essere sostenuta dalla preghiera e nella preghiera, specie in questo nostro tempo, quando la cultura pare farsi sorda, se non dichiaratamente ostile, alla visione e al dinamismo cristiano. Non serve, certo, ribellarsi, serve pregare e rinnovare, pregando, la coscienza del battesimo che ci fu donato e che ha bisogno di essere restituito a Dio integralmente attraverso una vita condotta nel clima di una fede robusta e crescente, capace di indovinare, di là da ciò che appare, i segni evidenti fra noi della presenza e della santità di Dio. 

Proviamo ad immaginare quale potente segnale di speranza e di fiducia sarebbe questo mese di ottobre se l’immenso popolo di Dio, a nord e a sud, a est e ad ovest del mondo, con la corona in mano e la vergine Maria nel cuore, si sciogliesse in un inno di invocazione, in una domanda di perdono e in un’assunzione di responsabilità circa il futuro da costruire in coerenza con la Parola di Dio e col progetto “Vangelo”. 

Non siamo soli. Siamo figli di un grande popolo.

Un popolo che ha pregato, che prega e che pregherà in compagnia delle generazioni che furono e che saranno in quella splendida e mai superata prospettiva cristiana che si chiama storia della salvezza e che è destinata a compiersi nel il Regno del Padre.


Bisogna perciò pregare per l’unità della Chiesa e per vincere le insidie del maligno. Pregare il rosario, un rosario al giorno, perché la preghiera si faccia possente voce in direzione del cielo e perché dal cielo restituita alla terra si dilati in tutti gli spazi della vita e raggiunga quanti hanno bisogno di sapere che tutto ha senso, che il desiderio si compie, che di là dai limiti umani, c’è un indice sacro che guida al compimento e alla meta. Rinnoviamola questa consapevolezza: nulla è mai perduto fino a che sul Calvario svetti una croce, fino a che la Risurrezione decida la nostalgia.


Ecco: il rosario fa riferimento al mistero e ai misteri di Cristo e lui, sappiamo, è la chiave d’ogni umana salvezza. Percorriamolo dunque, giorno dopo giorno facendo nostro quel suo mistero e quei suoi misteri: la gioia, il dolore, la luce e il senso fanno parte di noi come costatazione e come possibilità, che però si esaltano e raggiungono la pienezza solo nel Cristo. Questo nostro ottobre viviamolo, allora, percorrendo i suoi giorni con Cristo nel cuore, la vergine Maria alla nostra destra, la storia della Chiesa alla sinistra: per non aver paura del nulla e per essere più forti d’ogni tentazione.

Franco Stano CMF

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